Vi siete mai sentiti senza tempo, nervosi e stressati anche se siete liberi e non stati lavorando?
Vi è capitato di essere così connessi con il mondo da sentirvi disconnessi da voi stessi?
Si è vero, sono stato assente per tanto tempo e ora arrivo a bomba con queste domande.
In realtà sul mio canale instagram ho pubblicato parecchie cose e ho anche fatto una ricetta in diretta.
Se non mi seguite ancora fatelo qui
Nelle ultime due settimane mi sono dedicato a me stesso. Devo dire che la mia storia è abbastanza travagliata e personalmente ho sempre creduto di essere il frutto di quegli eventi che hanno caratterizzato la mia vita (come questo).
Nelle ultime due settimana ho voluto silenziare un po’ tutto. Ho dovuto prendermi una pausa dalla bulimia di social e soprattutto di film e serie televisive che mi hanno prosciugato energie e tempo negli ultimi mesi.
Nel bel mezzo della pandemia, mentre si deve stare in casa ed evitare i contatti sociali al massimo, è molto facile chiudersi in casa ed evitare di interagire con gli altri al punto da isolarsi e passare molto tempo da soli.
Il problema, almeno per me, è che il nostro cervello è molto abile a bypassare i problemi e poi permetterci di trovare nuovi modi per non pensare. Guardare molti video così come ascoltare molta musica senza avere mai silenzio in testa per ascoltare i problemi, è stato un mio modo nuovo di rispondere alla bulimia.
In passato, anni fa, ho avuto molti episodi di abbuffata compulsiva, dove per non ascoltare nessuna parte di me, il mio dolore, aprivo frigo e armadietti e mangiavo di tutto e di più.
Ora ho un rapporto con il cibo abbastanza equilibrato e ho trasformato in questa fase di stress la bulimia alimentare in bulimia d’informazioni. Volevo conoscere il più possibile, informarmi, guardare ogni cosa per poterne parlare, in modo spasmodico e senza mai dare tregua al mio cervello.
Questo mi ha evidentemente allontanato da me e dal mio rapporto con me stesso e dato incapacità di prendermi cura attivamente e concretamente della mia persona.
Allora ho silenziato tutto. Ho usato Instagram non tanto come fruitore ma come creatore, condividendo contenuti senza finire vittima dello scroll infinito di contenuti.
Ho meditato, ho fatto lunghe passeggiate. Sono rimasto nel silenzio. Ho letto. Tanto.
Tutto questo si è trasformato in una sensazione di pace, di felicità e di equilibrio.
I tempi naturali del leggere, del passeggiare mi hanno permesso di prendermi cura dei miei pensieri e delle cose lasciate nel passato di cui non mi sono curato al tempo in cui succedevano.
Rendermi conto che non sono i fatti a fare di quello che sei, ma il modo in cui te li racconti, mi ha liberato di molti mostri e fantasmi e mi ha permesso di vivere meglio.
A voi è mai successo?