Questa è una domanda che mi capita ciclicamente di farmi. E me la faccio con due accezioni differenti.
Una è: perchè mai, uno come me, è single?
L’altra è: Mannaggia, ma perchè (purtroppo) sono single?
In entrambi i momenti posso variare tra sensazioni di stupore, di riflessione, di intimità con me stesso, oppure di disappunto. La verità è che allo stato attuale della mia vita, credo non sia necessario essere in coppia o che per essere felice io debba esserlo.
Sto scoprendo attraverso la mia psicoterapia, attraverso le cose che sto vivendo che il mio stare da solo è propedeutico. Propedeutico alla possibilità di stare e di essere in coppia.
Nel passato mi lanciavo a capofitto in relazioni non appena qualcuno che vagamente mi piacesse, mostrasse interesse nei miei confronti. Innamorandomene subito, cambiando delle cose per me non troppo importanti che potessero farlo sentire felice, cose che gli potessero donare la certezza che io fossi quello giusto per lui, che si potesse innamorare di me e alla fine restare al mio fianco nonostante tutte le mie mancanze, piccolezze e difetti.
Quello che invece ora sto facendo è innamorarmi di me. Essere a stretto contatto con me stesso. Essere quello che io volevo che i miei ex o ex filarini fossero per me. Mi corteggio, mi regalo cose che penso possano rendermi felice. Quella smania di essere accettato, di ricoprire di tenerezze, di affetto, di complicità, di volere essere con lui, oggi si declina nella mia vita in modo diverso, differente.
Ora mi regalo le cose che mi piacciono, le cose che mi rendono felice, vado a vedere quei luoghi che mi interessano, mi preparo quelli che sono i miei piatti preferiti, assecondo le mie voglie. Ho sostituito un “qualsiasi lui” con “me”.
Mai come in questa fase della mia vita sono stato sereno, felice e appagato dalle cose che faccio. Prevalentemente perchè miposso permettere di amarmi, stimolarmi, arricchirmi e interiormente arredarmi e rendermi più prezioso.
Mentre prima come un mendicante speravo di essere visto, che qualcuno mi aiutasse a vedermi, ora mi vedo benissimo e se qualcuno non è in grado di vedermi…beh, non è interessante per me cambiare per potergli piacere.
Io mi piaccio e mi apprezzo proprio per quello che sono, e sono convinto l’altra persona debba portare maggiore intensità ai colori del mio interno, non deve entrare e rimodernare a suo piacere.
“Puoi entrare nel mio cuore e nella mia vita, ma in punta di piedi e con rispetto. Entri perchè ti lascio entrare, ma ricordati che sei ospite e io il proprietario di questo Tempio meraviglioso. Sei benvenuto, ma ci sono limiti e regole che decido io. Io sono il mio universo ed è a me che devo rendere conto, sempre. Puoi aiutarmi a mantenere tutto così bello, ma ricorda, sei un affittuario che collabora, non il padrone di casa.”
Potrà sembrare banale, o addirittura ovvio, ma per me non lo è mai stato. L’ho compreso da poco, e vivo e viaggio in questa meravigliosa avventura.
Voi? A che punto siete del viaggio d’amore con voi stessi?