Solitudini alimentari

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Esistono nel mondo innumerevoli persone che sono sole. O si sentono sole. Oppure vogliono stare sole.

Perchè esiste la solitudine?

Personalmente mi ritrovo sempre interessato agli estremi opposti. Sono convinto platonicamente che ogni idea, concetto esista per affermazione o assenza del suo opposto.

Se ci riflettessimo un attimo ci potremmo veramente rendere conto che spesso siamo qualcosa perchè ci manca il suo opposto. Per dire, siamo in guerra perchè abbiamo bisogno di pace, abbiamo necessità di solitudine a volte, perchè ci sentiamo eccessivamente esposti agli altri o dietro alle esigenze degli altri.

Io sono una persona che ama molto stare da sola. Ma spesso non per misantropia ma per desiderio di raccogliermi. Raccogliere i miei pensieri, raccogliere il mio sentire, mettere ordine nei miei pensieri e nei miei sentimenti.

Questo quindi se sono in un periodo in cui ho poco tempo per me stesso, poco tempo per elaborare, poco tempo da dedicare a me stesso, mi succede di non riuscire a ordinare, organizzare e sentire me stesso. Ecco, a quel punto, affiorare il desiderio di stare da solo, la voglia inesorabile di declinare inviti, di fare vita sociale. Ho bisogno di me e non posso elargire tempo ed energie per attività sociali per quanto le ami.

Nel corso della mia vita queste sono state fasi indispensabili per comprendermi, decidere e fare le mie scelte. Quando non mi sono dato questo tempo, quando ho affrettato spinto da qualsivoglia motivo, ho sempre fatto le scelte sbagliate, frettolose e che poi si sono rivelate infruttuose.

Non so se capiti anche a voi, ma per me questo è molto valido. Cosi come ho scoperto recentemente di avere fame solo per il desiderio di essere coccolato, accolto o ascoltato.

Mangio spesso quando mi sento giù, solo, non compreso.

Ho scoperto di mangiare tanto quando mi sento stressato o non visto dagli altri. una specie di forma di difesa/zavorra.

Ogni volta che sono stato in crisi coi miei partner lavorativi o affettivi sono sempre ingrassato, perchè proprio mi sentivo non visto, accettato. 

Essere consapevoli di questi meccanismi aiuta molto a capirsi e riuscire a volersi maggiormente bene.

Nella mia solitudine io mi riconosco. Sono meno occupato a piacere, essere accettato, compreso, all’altezza. Sono solo io.

Non essendo ancora in grado di sapere cosa voglio, quando lo voglio, come volermi bene, come amarmi, ho bisogno di questi momenti di solitudine anche per rispondere a queste domande. A volte il mio censore interno viene con me.

Parlo sempre di cibo perchè è il mio pallino fisso. Se sono da solo mi capita a volte di uscire da casa per andare a mangiare qualcosa che mi piace. Il più delle volte quello che mi piace è qualcosa di proibito, grasso, calorico o junk food. Ebbene quando vado a mangiare queste “coccole insane”, più che mangiarle semra occultamento di cadavere.

Mangio così in fretta e così velocemente come se volessi nascondere quello che ho nel piatto, e poter sorridere amabilmente a chiunque mi vedesse per dire: Non ho mica mangiato qui, non ci sono, non sono uno di quelli che mangia queste schifezze, ma va io mangio sempre sano e sempre dietetico.

Ora la sensazione di sazietà arriva come un cazzotto allo stomaco mangiando alla velocità della luce. E questo però comporta altri disastri.

Il fatto che mangi velocemente non mi da la soddisfazione di mangiare quello che sto mangiando. E cosa accade allora? che ordino una quantità di cibo che se ingurgitato alla velocità della luce possa durare un minimo per rendermi conto che l’ho mangiato veramente e non solo lo stomaco ma anche la psiche ne risulti appagata e soddisfatta.

Inevitabilmente a quel punto le porzioni sono per 3-4 persone. Per fortuna non lo faccio spesso, ma accade, e ingrasso.

Quest’estate mi sono messo seriamente a dieta e mangiando diversamente mi sono accorto di questi meccanismi. Se mangio sano, o quello consentito riesco a mangiarne la giusta quantità nel giusto tempo e quindi meno e dimagrisco. Gli sgarri sono famelici ingurgitanti quantità atte a sopperire l’emotività scoperta.

Nel mio lavoro di ricerca di me stesso, di chi sono e di quello che voglio, mi sto accorgendo di cose pazzesche, di storie inutili che mi racconto.

C’è da dire che il fatto di avere una sorella e una madre sempre a guardare cosa mangiassi e quanto, mi ha portato a imparare a mangiare di nascosto, durante i loro riposini o quando fossi solo. E a fagocitare ogni cosa che mi era proibita o giudicata male.

L’ho notato per quanto io riuscissi a mangiare serenamente a dieta quando quest’estate ero con mia madre. Appena lei usciva a cena io ordinavo 3 pizze. Per fortuna ne mangiavo solo mezza. Ma la voracità me ne faceva ordinare 3 per il piacere proibito di mangiarmi 3 pizze.

Non è normale probabilmente direi loro, ma io lo so di non essere normale. E’ una forma di bulimia, poco velata, poco nascosta. Ma reale. E si ricollega a questa storia qui.

Che dire, se mi capite o avete storie simili vi prego di farmelo sapere nei commenti.

Se invece siete psicologi, naturopati o sciamani e avete dei consigli, beh, fate lo stesso lasciando qualche linea qua sotto.

2 pensieri riguardo “Solitudini alimentari

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