Questo probabilmente è il post più difficile che io abbia mai scritto. Ma credo sia parte del mio percorso personale anche poterne parlare apertamente.
In questi giorni in cui sento parlare molto di Asia Argento, la storia con il ragazzino di 17 anni, stupri, femen, femministe, #metoo ecc.
L’abuso sessuale, lo stupro viene sempre percepito con una violenza animale fulminea, che inizia e finisce li. Come aggressione momentanea che però segna poi la tua psiche per sempre.
Beh, se sei fortunato va così.
Non c’è un modo gentile o dolce per dirlo: Io sono una persona che è stata violentata ripetute volte, in casa, da suo fratello, per anni.
L’ho detto. Mentre scrivo mi tremano le mani sulla tastiera. E’ una cosa che razionalmente faccio ancora fatica a verbalizzare.
E’ successo dai miei 4 anni agli 11. ripetute volte. tutte le volte che lui, figlio di mio padre, restava a dormire da noi o quando venivamo lasciati soli.
Lui è 10 anni più grande di me. Non voglio entrare tanto in quei dettagli, morbosi che non servirebbero a capire nulla di me. Credo che la cosa più importante sia relativa a quello che io ho provato, come io abbia percepito il mondo e come tutto questo abbia avuto delle ripercussioni sulla mia vita, infanzia, adolescenza e vita adulta.
La cosa più brutta che io ricordi della mia infanzia è la paura che gli altri potessero leggermi in faccia quello che succedeva. Quel segreto ingombrante che portavo dentro. Avevo sempre come l’impressione che gli altri potessero leggermi dentro e disgustati lasciarmi, abbandonarmi o uccidermi.
Ricordo una scena in particolare che mi ha veramente scioccato. Ero sul traghetto a Messina, andando verso Reggio Calabria.
Madre e figlio nell’area dove c’era il bar. Ricordo il profumo di arancine e calzoni al forno e così mi avvicinai al bancone del bar. Lì scorsi un bambino più o meno della mia età tra gli 8 e i 10 anni. Lui era bellissimo, lo guardai e forse, lo fissai. Beh, lui si girò mi guardò e con la madre cominciarono a ridere. Eravamo distanti. Non sentivo nemmeno che cosa dicessero, ma io ero convinto avessero capito di me, avessero letto la mia omosessualità o non purezza e mi prendevano in giro. scoppiai a piangere scappando giù, sotto, all’auto, senza dire o spiegare niente ai miei. cosa avrei potuto dire?
Questo è solo uno degli eventi che mi hanno segnato. Il mio forte desiderio per i miei compagnetti maschi, i giochi di lotta fatti per scoprire in maniera diversa il corpo degli altri. Io sentivo un forte desiderio, di avvinghiarmi a quei corpi, per gioco, nella violenza, nella lotta. Un comportamento normale per i bambini. Tutti.
Ma per me, no. A me nacque il dubbio. Il dubbio di essere io a provocare, io, con mio fratello quelle cose che erano strane e senza senso, ma che ormai erano diventate familiari anche se io non volevo farlo. Non volevo collaborare. E se lo avessi voluto io? se lo avessi provocato io? Se me lo meritassi? Se fossi nato omosessuale e quindi Dio mi stava punendo per il mio essere rotto? Sono rotto? Sono sbagliato? Sono un errore? E come potranno amarmi i miei genitori? Mia sorella se sono così sporco? Faccio queste cose schifose? Come possono volermi bene se io non sono come gli altri? Mi ameranno lo stesso? Sono malato? Ho l’Aids?
Questo era sempre nella mia testa. Poi trovai una risposta: fatti amare per tutto il resto. Quindi iniziò un lavoro di disciplina per tenere a bada i miei comportamenti che non permettessero di vedere nulla da fuori. Che nessuno potesse mai riprendermi. Dovevo essere super educato, non creare problemi, essere il figlio che loro avrebbero sempre voluto, il fratello migliore per mia sorella. In questo modo pensavo, mi avrebbero amato passando sopra al mio difetto. Al mio non essere come loro, normale.
Ebbene, questo modo di agire, di pensare mi ha trasformato nel cyborg, forte, indefesso, con grandi ideali, lavoratore duro, inarrestabile macchina da guerra che sono.
Da sempre sono stato abituato a intercettare desideri e aspettative del mondo esterno e attuare ogni cosa possibile per rendere gli altri felici di avermi accanto.
Inevitabilmente non sono perfetto, e a volte la mia anima, la mia parte interna, in conflitto tra quello che voglio fare e quello che mi impongo di fare per gli altri stride, e ha causato comportamenti duri, severi, autoritari e sgradevoli da parte mia. Colgo l’occasione di chiedere scusa a tutte le persone che mi sono state vicine nonostante questi comportamenti spesso incomprensibili da fuori, ma che dentro erano nel caos emozionali e non erano facili da gestire.
Non mi sento di giustificarmi, ma forse leggere queste righe aiuteranno persone come Roberta, Vera, Chiara e mia mamma, a capire meglio alcuni eventi del passato.
Questo, tutto questo ha anche fatto si che io abbia fatto scelte per la mia vita che non sono mai state mie veramente. Erano un modo per farmi amare a volte, sperando gli altri fossero felici a discapito della mia felicità, e a volte erano un modo estremo per affermare me stesso in ambiti intoccabili. La scelta vegana credo che sia tanto stata dettata da questo tanto da essere odioso e scassacazzi all’inizio. Non difendevo il tofu o il mangiar sano (anche ovviamente) ma soprattutto il mio diritto di compiere scelte ed essere nel diritto di essere me stesso. Più io ero forte nella mia scelta più forte era la lotta col mondo esterno.
Insomma una vita fatta di conflitti interni tra il mio sentirmi sbagliato e il costringermi a essere perfetto, ed esterni con un mondo che non mi capiva e che nello scontro non mi aiutava ma anzi innalzava lo scontro.
Essere vittima di abusi sessuali, in così tenera età non ti permette di avere una personalità tale da aprirti al mondo. Sei ferito e in credito con la vita. Speri nel riscatto, nel poterti ripulire un giorno. E che non è mai abbastanza quello che hai per quello che hai vissuto.
Alcune persone che sono a conoscenza di questi fatti mi hanno chiesto se la mia omosessualità sia riconducibile a questa esperienza. La risposta è: non lo sapremo mai. Ero troppo piccolo per dire che avevo pulsioni o attrazioni. Non so se sia dovuto a questo o se lo sarei stato comunque. E’ una risposta che non mi è dato sapere e anche l’essere rotto e diverso purtroppo viene inevitabilmente vissuta come una condizione aggiuntiva e non come una condizione di base, di qualcuno che si è chiesto se fosse o meno omosessuale e lo abbia scoperto. Io la sessualità non l’ho scoperta, l’ho subita. Non potevo capirla, e non l’ho capita. L’ho percepita come un modo per placare l’altro e poi, dopo poter sentire di essere scampato al pericolo.
Potete immaginare una relazione con me? la difficoltà mia a fidarmi ed entrare in intimità con qualcuno?
Anche quando ci riesco, fidandomi dell’altro purtroppo sono sempre all’erta. Sempre a chiedermi quando si trasformerà in bestia e mi mangerà e mi sputerà via come un fazzoletto usato.
Tutti i miei partner, uomini e donne, hanno percepito questa cosa inconsciamente. e hanno percepito quel muro invalicabile entro il quale non sono mai riusciti a entrare per quanto io li abbia amati, alcuni, incondizionatamente. Anche a voi, se mai mi leggeste ancora, chiedo scusa, ma spero possiate capire un pochino meglio.
Questa esperienza la vivo come una disabilità. Mi sento un disabile dell’anima.
Spero questo articolo possa essere di aiuto a persone che hanno subito qualcosa di simile alla mia esperienza e alle persone vicine a loro.
Ovviamente risponderò a qualunque commento e anche messaggi privati.
Amore mio…
Ciao tesoro…non ho parole, ho trattenuto a stento le lacrime 😦 Tornare a leggerti dopo secoli con questa tua confessione è sicuramente sconvolgente..posso solo dirti che io ho avuto la fortuna di conoscere un ragazzo meraviglioso che non ha nulla di cui vergognarsi, nulla da dover riscattare o da dover ripulire! ei un anima buona così come sei e sono sicura che le persone che hai amato se non sono state capaci di valicare quel muro era perchè il loro amore non era così forte…
Credo sia qualcun altro che debba ripulirsi mi riesce difficile scrivere…fratello…!
Lottare per piacere agli altri non ha senso, l’ho fatto per 30 anni e a cosa è servito? Resta sempre te stesso ❤
Mi farebbe davvero tanto piacere rivederti…dai su 😉 ❤ ❤
Grazie tesoro. E sono felice tu sia tornata a leggermi! Avevo bisogno di lanciare questo peso, anche per essere d’aiuto a qualcuno che magari è fuori, soffre e ha bisogno di aiuto. Mi manchi!
❤ ❤
❤️
Grazie!
Coraggio. Forza. Questo leggo…grazie
Grazie a te per il tuo commento! E per aver letto e commentato.
mi hai lasciato senza parole, con un carico di riflessione – e di autoanalisi – da fare; al momento posso solo mandarti un abbraccio virtuale
Ti ringrazio infinitamente per le tue parole. E ricambio l’abbraccio.
[…] Non è normale probabilmente direi loro, ma io lo so di non essere normale. E’ una forma di bulimia, poco velata, poco nascosta. Ma reale. E si ricollega a questa storia qui. […]
Sono stata molestata dai 9 ai 14 e nel tuo scritto ho ritrovato sensazioni sepolte, lo schifo, la paura che fosse colpa mia se quell’uomo continuava a tormentarmi, il mio silenzio. Alla fine mi ha lasciato in pace perchè ho minacciato di piantargli un coltello. Ne ho parlato con i miei dopo i 20 anni e ricordo ancora il dolore di mio padre. Ho fatto terapia con psicologo e psichiatra ma lo schifo resta non va più via.E’ dura parlarne, io l’ho fatto con mie figlie, alcune persone mi hanno detto che in fin dei conti non mi ha violentata e questo mi ha ferito ancora di più.
Grazie per la tua testimonianza. Purtroppo capisco bene la sensazione. Il fatto di non essere creduti, e anche nel mio caso è finita con un coltello.
[…] Nelle ultime due settimane mi sono dedicato a me stesso. Devo dire che la mia storia è abbastanza travagliata e personalmente ho sempre creduto di essere il frutto di quegli eventi che hanno caratterizzato la mia vita (come questo). […]