Per uno come me che vive a Milano, che ha un lavoro in un negozio (seppur part time) alle volte sembra di correre in tondo. Correre tantissimo ma chissà poi per dove. La sensazione è quella di essere su una canoa, e remare tantissimo con un remo solo. Potrai Remare quanto ti pare ma andrai sempre in tondo. Solo Quando ti deciderai a usare anche l’altro remo allora potrai andare veramente da qualche parte.
Il milanese corre sempre. Ha sempre fretta, sempre i minuti contati, ma per andare dove? A lavoro! Anche se devono uscire con gli amici hanno “UN APPUNTAMENTO!” e arrivare in tempo è fondamentale. il 95% delle volte sono in ritardo. Perché? Perché fa figo arrivare in ritardo e poi appena arrivati si è già di corsa perchè “tra poco devo andare da un’altra parte”.
Altro momento topico della vita del milanese che mi ha sempre fatto ridere è il mondo della metro. Moltissime persone che vivono a Milano sono collegate ai punti di ritrovo o abitualmente frequentati attraverso la metro. Li vedi come si dannano la vita se perdono il treno, e quanto corrono per prenderlo! durante la settimana ne passa uno ogni minuto e mezzo nei prefestivi e festivi al massimo passano 5 minuti tra un treno e l’altro. Perdere un minuto e mezzo sembra per loro una sfiga pazzesca, così come quando escono dalla banchina. Ci sono delle comodissime scale mobili. I più atletici fanno le scale a piedi. La maggior parte prende le scale mobili. A destra le persone stanno ferme e lasciano fare alla scala mobile il loro lavoro. Sulla parte sinistra si muove il “milanese istericus” che usa la velocità della scala mobile, a gran falcate per raggiungere la vetta. Se qualcuno inavvertitamente, o perché turista o perché non ci ha pensato, viene travolto dal soggetto istericus che dapprima tossisce, poi dice “permesso” con un tono che sottintende “ma per la miseria, togliti, no? Che cazzo ci fai qua in mezzo?”
Ma questi sono tutti esempi della piccola vita milanese, ormai ho imparato a farmi schermo e a dare io il ritmo alle mie giornate. Sarò fortunato ma ho una vita che mi permette di farlo e me la godo. Non me ne frega nulla se perdo un evento, non è vitale per me. Vivo con dei ritmi tranquilli, sono passato all’autoproduzione proprio per sottolineare il fatto che io uso la città e non mi faccio usare dalla città. E’ la mia piccola rivoluzione, indipendente nella grande città.
Ricordo sempre con il sorriso, quando appena arrivato a Milano, studiavo al Piccolo Teatro. Il nostro giorno di riposo era il Lunedì. Io scendevo di casa e volevo farmi una passeggiata in centro, per scoprire questa città, e guardare i negozi. Scendevo in San Babila e contavo di arrivare in Duomo nell’arco di mezz’ora guardando tutto per bene. Ma…il flusso della gente era tanto, il passo così svelto, che mi lasciavo prendere dal ritmo e in 5 minuti ero già in Duomo senza aver visto nulla. E allora mi promettevo di non seguire la folla e tornavo indietro a passo lento, vicino al muro, senza disturbare, col mio passo, godendomi la passeggiata, nello stesso posto ma estraneo a quella frenesia. Forse è lì che ho imparato a vivere la “mia Milano”.
Ho sorriso leggendoti, perchè ricordo quando arrivai a milano 15 anni fa e mi parevano tutti matti.Tempo 1 settimana e pure io scavalcavo le scale mobili e correvo come una dannata.Cosa che si è acuita col lavoro.Ho anche odiato la città, finoa che ho capito che non era lei ma io a dover trovare pace.La tanquillità che hai dentro non la smuove nessuno.Ed alla fine la amo Milano e ne so prendere il meglio, io la vivo a misura mia, senza lascirmi più schiacciare.
E ti trovi la sera a guardarla ed esclamare”sei porprio bella Milano a maggio, di notte”
Lo penso anch’io! Anche la domenica mattina. Ci sono molte lettere d’amore per milano qui sul blog. Anch’io ho preso le mie libertà a milano e cerco di vivere la al top!
ma se mi hai messo sempre fretta?? 😛 ah ah ah..