Inverosimile la situazione di stallo attuale delle cose, comporta delle riflessioni. Non amo le soluzioni eterodirette, per questo non amo quell che accade in parlamento e non voglio parlarne.
Mentre si preoccupano tutti di come dividersi la torta, nuovi o vecchi, noi giovani lavoratori, non vediamo nemmeno la Lucian della lampadina che illuminava il tunnel buio e profondo nel quale ci hanno ficcati.
Ovviamente le promesse fatte in campagna elettorale per rilanciare il paese, creare occupazione, si sono sgretolate davanti all’interesse unicamente personale di sedersi e dire agli altri come fare. Grillo, Bersani e Berlusconi si stanno comportando esattamente nello stesso identico modo.
Quello che più di tutti é Grillo a mio avviso. Non per altro, ma sta proprio sbagliando una sola cosa, ma fondamentale. La coerenza é uno strumento non un fine. Essere coerenti non deve essere lo scopo. Ma si deve raggiungere uno scopo con coerenza. Questo é quello che si deve capire.
La situazione ogni giorno é peggiore, fabbriche chiudono, imprenditori si uccidono, operai muoiono di fame, aziende chiudo e impiegati elemosinano davanti le chiese. La cosa più importante per i dirigenti di oggi però resta solo avere ragione.
Chi sarà incaricato e chi avrà il potere sarà quello che aveva ragione. E che mangerà più voti alle prossime, imminenti, elezioni. Così facendo il gioco circense della politica si sta maggiormente allontanando dalla politica che aveva trovato al momento del verdetto elettorale il primo punto di contatto dopo anni di inascolto tra politica e società civile.
È invece con giochi più o meno leciti, di palazzo, politichesi, anche i grillini come gli altri si stanno avvitando in un macabro equilibrismo tra parole, istituzioni, cittadini, e parlamentari.
Quando il comico tedesco due giorni fa dice: “sapete perché Papa Francesco ha fatto il discorso di Pasqua in italiano? Perché é ala lingua dei poveri”.
All’inizio un po’ mi sono sentito offeso. Poi ho capito che non ha capito un cazzo. L’italiano é la lingua dei poveracci, non dei poveri.
Ma abbiamo votato noi. Chi é causa del suo mal, pianga se stesso.
Sono d’accordo,ma cosa possiamo fare di fronte a tanto EGOISMO!!!!
Come scrivo sotto abbiamo votato noi. Molti dopo l’esito delle votazioni hanno detto: ho sbagliato a dare il voto a quello o a quel l’altro. Il gioco é guardare all’Italia che vorremmo e non valutare in base a quello sentiamo in tg e talk show. Guardare i programmi e basta. Fidarsi di chi ci rappresenta, perché non possiamo controllare costantemente. Si vota non per demandare ma per incaricare. Una volta incaricato si deve lasciar fare, se si sbaglia si punisce. Ma tenere sotto controllo si diventa come quella madre che non lascia spazio al figlio di sbagliare e quindi di agire.
se la gente guardasse realmente i programmi – cosa che non fa affatto – si renderebbe conto che le panzane urlate dal comico le propone da trent’anni gente come come Ferrando. Con rispetto per entrambe e per chi li sceglie (soprattutto Ferrando, un po’ meno il comico) trovo veramente cretine e ignoranti entrambe le scelte, fatte appunto da un popolo di ignoranti profondi in materia di economia, diritto e politica.
Parere mio, aveva trovato un punto di illusione, non di contatto. Purtroppo, era tutto largamente prevedibile e previsto con disillusione da qualche mente meno facile all’esaltazione da urla e parolacce.
Io non ho da piangere me stessa, affatto, ma a volte mi chiedo perché resto in un paese così facile all’istigazione di massa e all’illusione a prezzi stracciati…
Il piangere non é singolo ma collettivo, ognuno dei votanti come i rappresentanti sente di fare la cosa giusta o di averla fatta. Anch’io sostengo sia stata un’illusione ma, fondamentalmente, il contatto c’é stato. Maggiore impegno politico da parte dei grillini come dei leghisti. Cose viste e riviste. Ma come diceva Indro Montanelli: l’italiano é un eterno contemporaneo. Non credo le cose muteranno tanto…
purtroppo sì. E purtroppo non in meglio.
Io pensavo che la caduta del muro di Berlino potesse risuonare con forte eco ancora oggi. Ahimè in Italia siamo a Giolitti prima del ventennio. Stesse idee e stesse dinamiche. Con rappresentanti molto meno capaci