La mattina mi sveglio con l’idea di andare a lavoro. un Lavoro che non mi dispiace, ma non è il mio. Vado a lavoro e passo il tempo a lavorare, ma non sono io.
Torno a casa, e dormo stanco emotivamente e psicologicamente e fisicamente per un lavoro che non fa balzare il mio cuore. Ma questo fa parte del gioco.
Ho sempre lavorato in teatro, vissuto di letteratura e la mia vita al momento mi ricorda il viaggio di nozze di Hedda Gabbler nell’omonimo pezzo di Henrik Ibsen. Per non dire che cercavo il lavoro come Irina in Tre sorelle di Checov, ma mi trovo al secondo atto e spero di non arrivare al terzo… Ma è la vita, ci sono spese, ci sono doveri da adempiere e scelte continue da fare. Ecco, mi chiedo questo, davvero le scelte sono libere da scelte altrui? Cioè posso relamente essere libero di scegliere se le opzioni di scelta non le ho poste io per primo?
Nella realtà in cui vivo, le condizioni sociali, i compromessi di vita e modus operandi di tuti non sono dettati dal mio vivere, ma dal vivere di altri che mi hanno preceduto e mi circondano. Le scelte che compio quotidianamente quanto sono scelte oggettive e quanto sono frutto di queste contingenze?
Di certo cerco sempre di scegliere la cosa migliore, cerco sempre di fare la cosa giusta, analizzando pro e contro. Il cammino davanti a me non mi permette al momento di vedere la luce che vorrei ma ho una forte fiaccola. Proseguo come vedetta per il mio camino. E a proposito di fiaccola, mi viene voglia di fare come Diogene di Sinope, andare in giro con una lanterna in centro a cercare un essere umano. Dove sono finiti?
Forse Milano non si presta, forse non è come vorrei, ma credo che quando l’arte, come nel mio caso, lascia l’umano agire, l’uomo diventa non più animale ma ombra di se stesso. Non avviene una trasmigrazione del dionisiaco a seguito dell’apollineo ordinatore, ma semplicemente ci si abbrutisce, lasciandosi andare verso psicosi, nevrosi e si resta umani solo nella forma. Zombie che camminano con la testa mozza.
Personalmente ho scelto di camminare operando scelte frutto della contingenza al momento. Al momento opportuno valuterò se le scelte da me operate saranno realemnte frutto di contingenze o mi hanno portato verso qualcosa di più universale. Nel frattempo non resta che vivere questo esilio da me stesso nono perdendo l’orizzonte.
Ciao Mirko, ti seguo sempre. 🙂
Non potevi trovare parole più veritiere per spiegare anche il mio attuale sentire. Esialiata fuori da me.
Abbraccio da una come te che esperisce Milano ogni santo giorno.
Grazie mille per il commento. dobbiamo essere ben saldi in questo cammino torbito e non perdere la bussola!
Trovo incredibile di essere il primo che lascia un messaggio
Il tuo e’ un gran bel blog e pronostico grandi successo…
Grazie mille! Sei molto gentile! Spero di rivederti presto! Magari puoi aiutarmi a pubblicizzarlo un po’! 🙂