Nel discordo del presidente della repubblica italiana per capodanno non c’è stato riferimento alcuno, neanche sotto forma di metafora o di allusione al mondo della cultura e dell’arte. Come cittadino non mi sento rappresentato dalla classe politica, ma come lavoratore dell’arte e dello spettacolo mi sento umiliato e sfruttato.
Nessuno in questo paese si preoccupa di noi, lavoratori silenti e costanti che dobbiamo lottare per ogni cosa, ogni diritto, ogni possibilità. I lavoratori del mondo dell’arte, della cultura e dello spettacolo sono invisibili, lavoratori dell’effimero, dell’invisibile, del non tangibile o quantificabile.
Forse però quantificabile non è vero. Vogliamo vedere quanto denaro entra nelle casse dello stato dai lavoratori del mondo della cultura? Quanti operatori museali, guardia sale, musicisti, attori, danzatori, ballerini, compositori, tecnici pagano le tasse, quanti danno il contributo a questa società e non hanno mai il diritto di sentirsi veri lavoratori. Proviamo a calcolare l’introito nelle casse dello stato, quanta percentuale di PIL proviene dal mondo dell’arte e della cultura. Quanto offrono questi operatori dell’effimero alle aziende solo per poter dare loro la possibilità di fare marketing o pubblicità. Immaginiamo un mondo senza attori o modelli sui cartelloni, nelle pubblicità televisive, le voci in radio, la musica in sottofondo, le fotografie, i video, le cose che questi lavoratori dell’effimero, del vano, creano, supportano e alimentano.
La tutela della legge per questa categoria di lavoratori è inesistente e per molti lavori del settore ci vuole sempre una maggiore specialità e una formazione sempre più elevata che ti porta poi a lavorare non vedendo ripagati i propri sacrifici, anzi, umiliato ti senti spesso dire “alla fine fai quello che ti piace”. Fare quello che mi piace non è un mio problema. Il problema è di chi fa un lavoro che non gli piace.
Trovo aberrante, offensivo e ancora una volta umiliante che persino nell’augurio del presidente della Repubblica tutta questa categoria di persone che fanno grande questo paese, che da sempre abbelliscono i luoghi in cui viviamo, che gestiscono lo stupendo patrimonio che fa venire da tutto il mondo la gente a vedere questa stupenda e preziosa lingua di terra sul mare che chiamiamo Italia, sia dimenticata e lasciata orfana.
Sinceramente contriso, Io vi saluto lavoratori del mondo dell’arte, della cultura e dello spettacolo, orfano come voi, ringrazio tutti per quello che fate per rendere speciale questo paese cieco che non vuole vederci.