Macao, torre galfa

So che manco da un po’ faccio alti e bassi. Per ora con la dieta cucino dei passati e non li pubblico ma posso condividere con voi le mie esperienze di tutti i giorni.

Per ora non sono molto presente qui o su face boom o Twitter semplicemente perché sto seguendo i lavori alla torre galfa, la nostra Macao.

Per chi non ne sapesse niente faccio un breve riassunto. Sabato 5 maggio i lavoratori dell’arte hanno liberato un grattacielo di Milano, con l’aiuto di altri cittadini, abbandonato da 15 e lasciato marcire mentre intorno si costruiscono grattacieli di dubbio gusto. A Milano non ci sono posti dove l’arte e la cultura possano circolare liberamente, confrontarsi, sedersi a riflettere su essa e contaminarsi. Ecco perché scegliere un luogo fisico dove farlo accadere, ecco perché prendere la torre come simbolo. Un luogo che le istituzioni hanno lasciato giacere, il privato ha abbandonato, noi lavoratori dell’arte lo abbiamo liberato per crearci dentro un laboratorio artistico e dare un senso al suo svettare sopra le nostre teste.

Tante persone comuni ci son tutti i giorni ,700 circa al giorno, moltissimi lavoratori della cultura e della conoscenza. Lo stato di degrado e di abbandono è molto alto. Con un gruppo di architetti volenterosi, moltissime persone comuni si sta portando avanti un lavoro di ristrutturazione e di auto costruzione che già in tempi brevissimi ha reso agibili molti spazi che vengono utilizzati per molteplici attività.

Tantissime persone famose sono venute a darci il loro appoggio, Eugenio Finardi, Dario Fo, Lella Costa, gli afterhours e altri, tutti a dirci di splendere nel nostro sogno, osare a creare il bello, andare avanti e non fermare questo magico fermento che sta accadendo, ma continuare a sognare.

Alcuni mi dicono che occupare un posto, anche se noi diciamo di averlo liberato, è un atto illegale. Un reato. Vero, forse, ma in parte. Credo sia un crimine grosso lasciare artisti e cittadini nella loro solitudine, inascoltati e maltrattati. Io pago le tasse, i contributi, ma non ho diritto alla disoccupazione come ogni altro lavoro. Non ho tutele di alcun tipo per quanto riguarda il lavoro. Siamo precari, ma precari magici con meno diritti degli altri, categorie inesistenti e con le quali non si dialoga mai. Un apologo del lavoro può essere criminale se non è considerato lavoratore? Può lo stato permettersi il lusso di ignorare istanze, necessita e volontà dei lavoratori dell’arte e della cultura in senso lato? Secondo me, occupare un simbolo come la torre galfa è al momento un atto necessario, anche per riunire tutte quelle persone che da sole lottano contro una società frammentata, e che vuole invece essere ascoltata. Non avete idea di quante persone vengano a torre galfa, nel nostro amato Macao, e con affetto salutano, o portano cibo e acqua per aiutare chi sta ricostruendo il giardino, l’intonaco, la pavimentazione, scale e quant’altro. Ricordo sempre che anche il mio amato Giorgio Strehler occupo il luogo dove ora sorge il Piccolo teatro altrimenti non l’avrebbe mai ottenuto con Paolo Grassi uno spazio come quello nel 1947

Ci hanno tacciato da centro sociale solo perché i primi due giorni abbiamo tenuto le porte aperte e l’unica cosa reperibile da offrire era la birra. Si può essere più preconcetti? La gente che viene a Macao al momento è varissima, ci sono bimbi neonati nei passeggini, famiglie con bambini e ogni tipo di famiglia, tradizionale e non.

Macao la stiamo costruendo fisicamente e umoralmente, con ogni sforzo e accordando molte teste. Ci sono delle difficoltà, ma chi è entrato sabato con me e gli altri già guardandosi intorno vede la trasformazione. Siamo in piedi da una settimana e già siamo una cosa viva ed esistente. Un’entità non astratta. Accadono delle cose.

Se mai ci sgombereranno sarà un loro problema. Chi vive a macao si porterà macao fuori. Ed è molto contagioso. Chissà se poi ci conterranno tutti. Forse conviene loro tenerci tutti uniti. Altrimenti se adesso questo fermento esce da macao e contagia la città…potrebbero succedere cose magnifiche…

5 pensieri riguardo “Macao, torre galfa

  1. ho pensato spesso al vostro tipo di precariato.
    si pensa che l’artista (di qualunque genere) poichè fa ciò che ama e gli piace, in realtà non svolga un lavoro ma si diverta tutta la vita. senza pensare all’impegno e alla costanza e alle prove e agli insuccessi e alle frustrazioni e agli alti e bassi e appunto a quanto sia precaria l’attività dell’arte.
    senza contare che poi quando manca ci lamentiamo perchè nessuno fa più bei film o non c’è nulla di bello in tv o alla radio o non ci sono eventi bene organizzati o non ci sono momenti in cui gli altri (gli artisti, alla fine) ci facciano ridere/divertire/rilassare/sognare/emozionare mentre noi godiamo del nostro tempo libero.
    una volta pensavo: embè ma che cacchio vogliono sti qui? mica si spaccano la schiena in cantiere o devono subire le anghèrie del loro capo in ufficio 8 ore al giorno per 1000 euro al mese…..
    una volta.
    poi ho cominciato a spostarmi e vedere le cose da un’altra prospettiva.
    ti abbraccio Mirko, liberare un edificio anzichè lasciarlo morire miseramente è un gesto coraggioso e spero che chi di dovere non solo capisca ma anche appoggi il vostro sforzo.

  2. dobbiamo ripartire dalla cultura e dai giovani per salvare questo paese…perciò apprezzo il vostro intento e lo condivido appieno 🙂 fermentate, fermentate… 🙂

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...