Parco Sempione e le formiche

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Oggi scrivo dal parco Sempione. Parco della ridente città di Milano. Annoiata da continue orde di persone che vengono qui in cerca di fortuna, che la denigrano, maltrattano, ne parlano male ma che alla fine se ne innamorano.

I suoi numerosi parchi, oasi verdi, che ci sollevano dalla frenesia di questa città abitata da tante persone-formiche che operano nel loro piccolo, incuranti di ciò che accade alle loro operose vicine. Non c’è coesione, si lavora tutti, si corre tutti verso qualcosa e gli altri sono sempre troppo indaffarati e proiettati verso la loro direzione per rendersi conto che anche gli altri, accanto a loro sono affaticati allo stesso modo. Dietro i propri occhiali da sole, sfoggiati per coprire i segni del risveglio, si abbandona tutto, nulla sempre importante.

Il momento della metro e sui mezzi pubblici costringe le piccole fornichino a impattare fisicamente con quel mondo che odiano, che disprezzano ma che stanno costruendo, che formano, loro ignorano di essere la prima fonte di quel disagio. È tutto uno sbuffare, spintonare, allontanare quella che nella loro mente è altro da se non rendendosi conto che è il proprio se.

Come gli automobilisti chiusi nelle loro scatolette, chiusi nel traffico non riescono a pensare che anche nelle altre scatolette ci sono uomini e donne mossi dai loro stessi bisogni, esigenze, problemi di tempi, incuranti li odiano, credendo che tutti siano li per dispetto. L’odio indistinto fa credere sempre all’automobilista di avere ragione, provocando inclemeNza verso gli altri, pretendendo comprensione pero dagli altri.

Poi vieni qui al parco. La gente è rilassata, sorridente, attratta dal verde e dal colore, che porta poi dentro e restituisce sotto forma di sorriso. A soli 100 metri da qui c’è la guerra urbana, delle formiche operose. A soli 100 metri da qui l’odio regna e avvelena le persone. Quanto di questo odio è reale e quanto di questo essere spensierati qui è reale? Possibile non si capisca davvero che tutto risiede nel lo stato mentale e basta poco a cambiarlo?

Credo che l’essere umano viva male perché si pone le domande sbagliate. Non vede, non capisce che la risposta spesso alle più astratte domande sta nella formulazione della domanda stessa.

Io mi godo il sole, il verde e vi penso piccole formichine. Sorridete adesso, anche per finta. Funziona e vi rende migliori. Credetemi. Il tempo che ci è dato è poco. Facciamolo fruttare e godiamocela. Vi stringo tutti.

5 pensieri riguardo “Parco Sempione e le formiche

  1. Io verso Milano ho un rapporto di amore&odio ma…cerco di guardare sempre al positivo.E quando mi sento inscatolata guardo il cielo o mi focalizzo su qualche pianta..E osservo chi sta attorno a me cercando di sorridere quando cammino..ne vale sempre la pena!
    Un abbraccio a te 🙂

  2. Condivido le tue parole anche se in certi momenti non è per nulla facile farsi le domande giuste e ancor più difficle trovare le risposte giuste…certo è che se imparassimo a vivere in modo più semplice e pensando che siamo solo di passaggio, e tutto ciò che cerchiamo di accumulare resterà comunque su questa terra forse impareremmo a sorridere di più senza incazzarci se quello davanti a noi in macchina fa il prepotente… Bacio cucciolo!

  3. lo stato mentale è tutto.
    caro Mirko, a volte mi viene difficile credere che la maggior parte delle persone faccia del tutto finta di non saperlo.
    un bacione 🙂

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