Sono stato a cena in questo ristorantino molto ben arredato e rilassante nel cuore di Milano.
Il ristorante Mudra si trova in piazza XXIV Maggio, una piazza molto viva a Milano in quanto snodo tra corso di porta ticinese, i navigli e tutta la vita giovane di chi ama vivere in strada, le chiacchiere e i drink. Il ristorante è decisamente vegan non c’è nulla di origine animale. Il menù è ben fornito di piatti soprattutto legato alla tradizione e quindi meno pioneristico o pretenzioso rispetto a tipologie fusion o complessi esperimenti di cucina vegan.
La nota dolente di tutto il ristorante sono sicuramente i prezzi. Per un pubblico milanese ben abituato a spendere, forse non balza all’occhio un primo a 9 euro (come base) e un secondo a 11.50, però conoscendo la cucina vegan ed essendo una persona che autoproduce molto mi sono accorto che la pretesa nei prezzi in base alla quantità di cibo presentata è decisamente troppo alto.
Ho mangiato:
Pinzimonio di verdure (offerto dalla casa)
Lasagne al radicchio trevigiano
Affettato di muscolo di grano
Spiedini
Mousse di cioccolato su salsa golosa
Il pinzimonio era davvero buono. La salsa fatta con olio di oliva, succo di pomodoro, maracuja e odori era perfetta per la verdura cruda con cui era servito. Notevole il finocchio.
La Lasagna ottima di sapore ma fredda. Si evinceva dall’esigua porzione ( 9.50€) che era stata preparata con largo anticipo ma scaldata poco. Ho assaggiato anche quella al cavolfiore, deliziosa ma fredda e poca anch’essa.
L’Affettato è stato più uno sfizio personale ma nè è valsa la pena soprattutto per la tartare di mela verde con cui era accompagnato. 11€ decisamente troppo per il quantitativo…
Gli Spiedini erano ottimi anche se dalla foto sembrava fossero serviti con polenta invece sono arrivati sopra una sottilissima fetta di pane con dell’olio. 4 cubetti di seitan, due di wurstel e due di tofu marinato. buonissimi ma 11€ un latrocinio.
La Mousse è stata decisamente notevole. buona ed equilibrata. Davvero piacevole da mangiare.
Servizio:
Siamo stati serviti da un cameriere abbastanza singolare, simpatico e un po’ invadente, tanto che vi da sconsiglio di andare in coppia, divertente se siete un gruppo di amici. La descrizione dei piatti è molto minuziosa, le informazioni non si fanno desiderare e soprattutto la provenienza delle materie prime. Colorato ma non discreto.
Prezzo:
29 euro bevande escluse…
Considerazioni finali:
E’ stata una bella serata soprattutto per la compagnia. La cucina è buona ma può decisamente migliorare nelle temperature dei piatti e nelle quantità. Data la pretesa nei prezzi mi sento di pretendere in porzioni e attenzione al servizio. Buon ristorante se avete voglia di spendere un po’ di più e respirare un ambiente allegro. Se avete voglia di spendere poco, o di mangiare vegan senza tofu, seitan o tempeh meglio andare altrove,in un locale più legato alla tradizione e non vegan. Ne vale la pena anche se con qualche remore
Voto: 6+
Ciao Mirko, sono Marco il gestore e “creatore”, insieme a mia moglie Maya, del Mudra natural cafè.
Voglio iniziare chiedendoti realmente scusa per i piatti non troppo caldi, l’errore è stato mio, dovuto ad uno strano malfunzionamento di quella sera del forno termoventilato, che uso in “cucina”.
Specifico TERMOVENTILATO perchè, forse non tutti sanno che, nelle cucine dei ristoranti, anche di un certo livello, si usa molto e anche a sproposito il forno microonde, che sicuramente aiuta molto chi lavora….pratico, velocissimo ed economico (impiegando meno tempo necessita meno corrente), peccato solo che uccide completamente l’alimento, e secondo alcuni studi indipendenti, ovvero non finanziati dalle stesse case produttrici di forni (come spesso succede), capace addirittura di alterare il DNA dell’alimento riscaldato
Vorrei anche spiegarti che aprire e gestire un locale ha dei costi decisamente importanti, costi che, ti posso garantire, non puoi nemmeno immaginare se sei dall’altra parte del bancone.
Spese che vanno ben oltre l’affitto del locale, che in zona navigli non è assolutamente “a buon mercato”, e che inevitabilmente vanno a far lievitare i prezzi della lasagna o dello spiedino, che , preparati a casa hanno un costo quasi irrilevante, ma in un esercizio pubblico, oltre alla materia prima che nel nostro caso è di prima scelta e completamente biologica, hanno anche il peso di tutti i costi necessari a far stare in piedi un’attività commerciale.
Tutto questo per dirti che la tua osservazione iniziale “però conoscendo la cucina vegan ed essendo una persona che autoproduce molto mi sono accorto che la pretesa nei prezzi in base alla quantità di cibo presentata è decisamente troppo alto” è poco corretta e decisamente poco obbiettiva.
Anch’io ho sempre prodotto in maniera domestica gran parte delle cose che consumo in famiglia, ma aprendo Mudra ho scoperto, mio malgrado, che le spese sono tante e folli, e che il mare è pieno di squali.
Spero di essere riuscito a farti un quadro un pochino più reale di quello che è il settore della ristorazione, ma spero altrettanto di riaverti da noi e che ci darai un’altra possibilità per farti vedere che solitamente le lasagne le serviamo calde a puntino.
Un caro, e vegano, saluto
Marco
Ciao Marco, sono molto felice del tuo intervento! Benvenuto sul mio blog come prima cosa.
Le osservazioni sul forno termoventilato le trovo utilissime e sicuramente le persone che si avvicendano o che spulciano il mio blog, saranno liete di saperlo, e da parte mia ti fa onore. Quanto all’incidente delle lasagne, ahimè, tornerò e ne prenderò due porzioni anche perchè ho scritto erano buonissime peccato non a temperatura. 🙂
Mi rendo conto che i costi di gestione di un locale possano essere alti, non lo metto in dubbio, ma 9 euro per un cubettino di lasagna o 11 per tre fettine di affettati di muscolo di grano mi sono sembrati esorbitanti. Ma te lo scrivo con il cuore, anche perchè nel mondo della ristorazione c’ho lavorato, e so che non è facile far quadrare i conti soprattutto in questo periodo. Siccome sono vegan da molto tempo e ci tengo a diffondere e far conoscere la cultura vegana, credo che il prezzo sia un limite e un deterrente di questo tipo di ristorazione. Ma è una mia opinione che baso sulla mia esperienza. Non discuto sul reale impegno e tentativo da parte tua di rendere un servizio accessibile senza rimetterci in costi. Mi sembra il minimo.
L’atmosfera rilassata, la scelta dell’arredamento, i colori sicuramente sanno mettere a proprio agio e fanno rilassare i clienti.
Detto ciò con molta probabilità tornerò a mangiare da voi, e grazie per il contributo!
Mirko
Concordo con Mirko sulla questione prezzi pur considerando, ne do atto a Marco e alla sua garbata ed esauriente spiegazione, che la gestione di un locale (specie in zona Ticinese) non sia proprio una passeggiata.
Diciamo che un piccolo sforzo potrebbe essere fatto per abbattere i costi, e far avvicinare più persone, aumentando la clientela economicamente più debole ma desiderosa di cibi di qualità e in armonia con lo stile etico vegan.
Suggerimento: Marco potrebbe proporre un giorno low cost (es. un giorno infrasettimanale); una sorta di happy hour esteso alla giornata.
Queste iniziative hanno velocemente una grande eco e possono avere il successo che merita l’impegno di chi, come Marco, ha fatto una scelta precisa e controcorrente.
Ciao
A presto
Grazie Titti per il contributo! 🙂
Buonasera a tutti 🙂
inizio dicendo che già facciamo un discorso di “low cost”….proponendo il piatto degustazione, ovvero un piatto unico con 1 primo 1 secondo ed 1 contorno a 9,00 euro, durante la settimana a pranzo non facciamo pagare il coperto, e fino a poco tempo fa non facevamo pagare neanche l’acqua, nonostante il costoso impianto di microfiltraggio.
La nostra idea è stata dal primo giorno di avere una proposta per le varie tasche, volendo proprio cercare di avvicinare a questo tipo di alimentazione anche quelle persone che non hanno un badget molto alto, ma vorrebbero provare una cucina più sana.
Detto questo c’è un “limite economico” dove, per sopravvivere, non è consigliato scendere.La nostra attività è ancora molto giovane (quasi 9 mesi) e quindi altrettanto delicata, non abbiamo ricevuto nessun tipo di aiuto dalle istituzioni, dal comune o dalle banche, anzi (!!!).
Un ristoratore che lavora onestamente, e senza le spalle coperte da qualche tipo di organizzazione, non può permettersi di lavorare sotto costo.
Chi riesce a farlo, o ha delle “entrate” poco oneste che gli coprono le perdite, o è destinato a finire “a gambe all’aria”.
L’ideologia, l’etica, il rapporto umano, ti posso assicurare che sono tutti fattori a noi molto cari, ma quando devi pagare i fornitori, il padrone di casa, l’enel, l’inps, la siae, la banca, ti garantisco che non bastano, e se vuoi portare avanti il tuo discorso, il tuo progetto o sogno….devi superare la fase del “volemose bbene” e cercare di far quadrare i conti.
Questa e la nostra piccolissima esperienza, ma i consigli e le critiche costruttive sono sempre ben accette.
Un caro saluto
Marco
….e comunque stiamo parlando sempre di 30 euro, quando per mangiare una pizza un dessert e bere qualcosa, in un posto qualsiasi, e certamente non con una cucina biologica, spendi poco meno.
Io sinceramente sarei curioso di sapere in quale locale, per lo meno a Milano, un vegan può mangiare tutto ma proprio tutto quello che c’è sul menù spendendo meno…senza dover vivere la solita tarantella col cameriere di turno “no, guardi mi scusi…non mangio nulla di origine animale….nooo, non mi porti la caprese, sa com’è…anche la mozzarella è un latticino; il risotto?certo che lo mangio….ma non è che per caso VOI avete usato del brodo di carne per la cottura?provi a chiedere in cucina…e vedrà cosa le dicono”.
Io personalmente questa gag lo vissuta parecchie volte, se poi dicevo che non mangiavo neanche le solanacee…..era finita! 🙂
Marco