Pasta français

Questa pasta di francese ha il titolo e la provenienza della pasta. Sono delle piccole torre Eiffel che mi portò in dono Pizza Pie al nostro incontro a Firenze, in occasione della sagra del Seitan a Giugno.

Ho aspettato un po’, e le ho fatte per pubblicarvi il reportage della cena da Chicca l’altra sera.

Ingredienti:
pasta a forma di Torre Eiffel ( va bene anche un altro formato!)
200 gr di bocconcini di soya
200 gr di funghi Champignon
1/2 cipolla
Una manciata di finocchietto selvatico
1/2 bottiglia di passata di pomodoro
sale
pepe
olio evo

Procedimento:
Mettete una pentola con dell’acqua a bollire, salata. Nel frattempo sminuzzate la cipolla e fatela soffriggere con dell’olio. Prendete i bocconcini di Soya, che avrete precedentemente fatto bollire con del brodo vegetale, e saltateli in padella aggiungendo del finocchietto. Quando inizia a dorare tutto, aggiungete i funghi e fateli appassire e viscidosare. A questo punto potreste versare un bicchiere di vino bianco, oppure versate la passata. Aggiustate di sale e pepe, secondo i gusti.

Tuffateci la pasta, messa a bollire nell’acqua salata dell’inizio, e mescolate ben bene. La torre Eiffel non ha retto, probabilmente per l’italianità del condimento ma…ne vale la pena. Ovviamente questo condimento si sposa ottimamente con della polenta. Ecco qua la pasta nella sua confezione:

Bon Appetì!

Punto:
Questa ricetta nasce come pretesto per raccontarvi della stupenda cena offerta da Chicca a casa sua, nella quale ci siamo sfondati…Il cibo era ottimo ed è arrivato a pari merito  con la compagnia! Protagonisti di questa serata Chicca, Antonio (suo marito, per chi ancora non lo conoscesse), me, Mik, Titti, Seb (suo marito, servo, sguattero, per chi non lo conoscesse, una stupenda persona per chi lo conosce :)), Cristina (amica di Chicca che non vuole pubblicare ricette e poi alla fine ci regala momenti incredibili come questa volta!), Teo (il figlio di Chicca), Veronica (la ragazza di Teo) e Nemo (mio figlio :)). Sembrava una cena tra amici tradizionale invece…Eccovi alcune foto della cena: I primi stuzzichini per aprire la fame che giravano tra i tavoli

la nostra tavola…

Qui c’è la polenta con lo spezzatino di muscolo di grano e lenticchie (ho fatto il bis :))


Seguita da una verza buonissima con wurstel

Non paghi tra vino e prelibatezze, vengono tirati fuori dei dolci…

In primo piano ci sono le torte che ha fatto Titti una alla carrubba e una semplice con uvetta, molto buone ma…
Si presentano i cannoli di Chicca che iniziano a farmi sentire il bisogno di spogliarmi, il caldo è soffocante, l’ormone salta

Il cerchio libidinoso si chiude con la massima voluttà davanti i profitteroles di Cristina, fatti come quelli di Sauro anche se con un procedimento un po’ diverso che spiegherò a Bassano e che pubblicherò qui avendone tutto lo spazio necessario, vi dico solo che sono affondato con le mani e non riuscivo a fermarmi. Anche Chicca che dice di non amare i dolci come me era tuffata fra panna vegan e cioccolato e nuotavamo sul tavolo tutti a passarci dolcetti.

Insomma peccatori nefandi, coperti di peccati di gola che sorridevano al sistema limbico, aiutati dal vino, gentilmente offerto da Antonio, un rosso superlativo, seguito da un Cartizze di cui ho preso il numero di telefono e con cui vivo una storia d’amore clandestina, decidiamo di mettere le panze sulla carriola e trasportarle al più vicino divano per chiacchierare un po’ e raccontarci le nostre vite. Qui ci sono da sinistra Mik, Antonio e Cristina l’artefice dell’alterazione del mio sistema limbico.

Eccomi a contemplare l’universo, cercando di capire se quegli zuccheri lasceranno mai più il mio corpo…

Chicca sta parlando con Seb e Cristina sul divano e non stava mandando nessuno a quel paese credo parlasse di come si è tuffata sul tavolo anche lei durante il banchetto dei dolci!

Qui titti in uno slancio verso Nemo, di pietismo, dato che lui pverino non poteva assaggiare nulla, presa da un raptus di commozione, si lanciò a coccolare Nemo per passargli l’euforia e il piacere!

Ma Nemo ci studiava, girava per casa, si lanciava sotto la pioggia, e poi mentre digerivamo i chili di grassi e leccornie, si è addormentato placidamente!


Insomma, tra una cosa e l’altra, pieni di zuccheri ed euforie, Salutammo i gentili ed ottimi padroni di casa e tornammo a casa, saturi di cibo e con gli avanzi nei sacchetti…La compagnia è stata bellissima e piena d’allegria! Evvia questi chef vegani che godono come ricci alla faccia di chi dice che mangiamo insalatine…

4 pensieri riguardo “Pasta français

  1. che infinita invidia.

    Mirko mi piacerebbe un sacco se tu mi raccontassi meglio di questo libro e di come hai fatto son Nemo, sono profondamente curiosa. Per ora mi dedico ai gatti ed i cani a casa dai miei sono liberi di stare fuori in branco (visto che siamo arrivati anche a 11!!!), quindi le dinamiche sono molto molto diverse quando hai tanti cani. Con uno, una vita cittadina.. sono curiosa. Forse per prepararmi, un giorno, chissà 🙂

    baci
    nico

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