Sei mio amico?

Ieri sera ho passato una bella serata con Mik, la nostra nuova coinquilina Maria, a cui a breve dedicherò un post tutto suo, e Mauro, un amico di Mik. Mauro ci ha accompagnati per due bicchieri poi è tornato a Monza. Ci siamo portati a spasso Nemo che alla fine secondo me ha anche gradito il tour di locali vicino casa. Due bar simpatici e vegan friendly.

Il primo a dire la verità offriva olive, patatine e noccioline come vegan. Si trova all’angolo tra via Castel Morrone e corso Indipendenza. Siamo stati seduti un po’, e Nemo è stato prevalentemente calmo e sdraiato. Abbiamo deciso di portarlo fuori per insegnargli a stare con noi magari al ristornate, piuttosto che in un bar, per poter vivere bene la nostra vita in 3. Lasciandolo tranquillo, non appena si accucciava riceveva un bocconcino. Questo gli ha permesso di tranquillizzarsi e godersi il tempo con noi. Non c’era musica in questo posto e chiude alle 20. Prezzo 7 euro un cocktail con aperitivo selezionato da loro.

Il secondo locale si chiama Chiringuito, famoso a Milano si trova proprio in Piazza tricolore. Alternative vegan ce n’era qualcuna una pasta e qualche insalata. Nel complesso il locale è carino, i barman e camerieri cordiali, musica anni 90, candele e buon ambient. Non male. La musica era un po’ alta e i tavoli molto vicini. Nemo non poteva stare tra i tavoli e allora abbiamo deciso di metterci al bancone., la forte musica lo infastidiva ed era un po’ irrequieto. prezzo 5 euro. E ne valeva 10 volte dell’altro!

Tornati a casa, Nemo era distrutto e ha dormito come un ghiro. Volevamo andare a ballare ma, l’acol della serata e le chiacchere ci hanno lasciato amabilmente scambiare opinioni in casa. Siamo stati proprio bene. Anche Nemo che è molto più calmo e si fida molto di più!

Ci sta dando molte soddisfazione il nostro canuzzo. E’ sempre più educato e risponde meglio ai comandi impartiti. Speriamo di recuperarlo del tutto e rendergli la vita più serena così come noi l’avremo con lui.

Da qui nasce la mia riflessione quotidiana. Su quante persone possiamo realmente contare? E quando dico contare non intendo gente a cui chiedere favori. Un amico è una persona che ti aiuta a capire cosa stai facendo, dove stai andando. Una persona che ci sta accanto, o che interagisce nella nostra vita, dovrebbe essere in grado di migliorarci e rendere meglio la nostra vita. Alleggerirci, in un certo senso. Capita spesso che, quelli che riteniamo amici, o vorremmo che lo fossero, non accettano la nostra diversa natura e il nostro differente modo di rapportarci. Per questo motivo a volte si scelgono persone più vicine al nostro modo di vedere la vita. Questo, però, non sempre è utile. Quanto apprezziamo il nostro paese, le nostre amicizie e quella rompi della nostra mamma, quando siamo lontani da tutto questo? Quante volte a cena, con amici di un amico, ci rompiamo infinitamente e vorremmo essere altrove? Questi fortuiti incroci ci permettono di rivalutare la nostra posizione nel percorso, chiamato vita, che abbiamo scelto. Se siamo troppo simili ai nostri amici dimentichiamo le direttive. Se siamo troppo dissimili da quelli che abbiamo di fronte siamo spronati a migliorarci e cambiare. Lo scontro tra generazioni, e tra genitori e figli, a mio parere nasce proprio da questo. Quando siamo adolescenti, iniziamo a muovere i primi passi verso la persona che vorremmo essere, lottiamo contro chi non la pensa come noi perché siamo costretti a conviverci. La frizione di questi scontri ci spingono a dirigerci violentemente verso quello che desideriamo. Si affronta la vita come degli squali fortissimi, si evade da casa per sentirsi liberi e soddisfatti di quello che si decide autonomamente di fare. Quando si cresce e si può decidere per se, ci si attornia di persone che non ci ostacolano e che la vedono come noi. A mio avviso è il passo per sentirsi adulti. Non ci si sente più soli contro il mondo ma si crede di aver trovato un posto nel mondo in cui tutto funziona. In realtà si è trovato un branco in cui la propria visione è tollerata.

Si può correre però nell’errore di vivere nel giusto. Non avendo mai, o quasi, oppositori si pensa che il proprio modo di vivere sia corretto. Ecco perché conoscendo persone che vivono in maniera estranea alla nostra rimaniamo tanto sconvolti. Sono solo sistemi diversi per arrivare alla medesima cosa. I genitori non capiscono come un figlio possa, a differenza loro, preferire una cosa piuttosto che un’altra, perché nel mondo che si sono costruitoi non c’è spazio per quelle cose che al figlio interessano. Ed ecco le frizioni. Se ci rilassassimo tutti e cercassimo di vedere che ognuno cerca la propria felicità, senza pregiudizi, non si vivrebbe tutti meglio? Io credo di si. Come sempre la chiave sta nei punti di vista. Impariamo a vedere gli altri per quello che sono e non per quanto siano diversi da ciò che vorremmo. Un amico sa riprenderci e farci capire se stiamo andando da qualche parte o meno. Conoscendoci consiglierà senza intromettersi o dire “te l’avevo detto”. Ci aiuterà a rendere relativo ogni dubbio o problema per trovare la migliore soluzione. Chi ci dice che tutto va bene, che è sempre giusto così, non è un amico. E’ una persona con cui si passa del tempo. Ricordiamoci che d’imparare non si è mai sazi, e si smette di crescere e d’imparare quando la bara viene sigillata. Impegniamoci ad essere dei buoni amici se vogliamo averne. Questo è il segreto. Non chiedere in cambio, ma imparare a donare. E’ la più grande avventura!

2 pensieri riguardo “Sei mio amico?

  1. Per l’ennesima volta mi stupisci con le tue sagge parole di cui come sempre farò tesoro…se riuscissi ad avere la visione che descrivi del rapporto genitori figli forse mi scontrerei meno con Teo 😦

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