Il male di vivere

Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l’incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.

Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.

Tratto da Ossi di Seppia 1925 di Eugenio Montale

Questo testo mi fa molto riflettere. E’ una poesia di Eugenio Montale e rispecchia il pensiero che spesso faccio, in autunno, guardando le foglie secche che coprono le vie. Il dolore e l’enormità della vita che spesso viene portato via, fugace dura poco. Sempre troppo poco. O meglio dura poco quando non è vissuta appieno. Sento da molti amici e conoscenti che vorrebbero fare mille cose. Che aspettiamo? Cosa ci frena da vivere ora e qui quello che la vita ci da? Aspettiamo la pensione per godere il frutto dell’esperienza? E chi ci dice che arriveremo a goderne? Vivremo a quel punto quello che desideravamo? Non sarà passata la necessità e quindi il vero arricchimento della nostra vita? Uno scrittore disse “Di vita ce n’è una sola. Se vissuta bene basta.” Sante parole. Credo sia l’essenza di quello che questa breve e potente composizione mi suscita. Mi piace l’immagine della “Divina Indifferenza” alle meraviglie e alla caducità delle cose della vita che noi umani viviamo. Volevo condividerla qui perchè credo che tutti dovremmo vivere qui ed ora e non quando avremo tempo. Concediamoci più amore, non sapiamo se avremo quel tempo, o se quella cosa che vogliamo adesso sarà ancora lì…

2 pensieri riguardo “Il male di vivere

  1. Sai cosa penso Mirko, che per VIVERE ci vuole coraggio; tanto coraggio. Per molte persone è più semplice lasciarsi vivere, mettersi su una ruota e girare, girare, girare, come il povero criceto nella sua gabbia. Con la scusa del poco tempo, dei doveri da assolvere, prima lo studio, poi il lavoro, i figli, poi gli anziani da accudire, si continua a rimandare, a pedalare, a girare su quella ruota senza sosta. Magari hai la porta della gabbietta aperta, o in un attimo potresti aprirla, ma non vuoi vederla, cosa sarà la vita là fuori? come si farà a vivere senza quei limiti? e menti a te stesso e agli altri, usi i tuoi doveri come uno scudo per difenderti dal pericolo di vivere davvero. Vivere e assumersi la responsabilità delle proprie scelte, senza scuse dietro cui nascondersi, richiede molto coraggio e non è cosa comune fra gli uomini, almeno quelli che ho conosciuto io. Ti auguro di essere uno di questi, di avere una vita vera!

    1. Grazie Pippi! Personalmente cred che tutti abbiano il potenziale ma sia più un impoverimento sociale. I genitori terrorizzano i figli sull’ottenere subito uno status per terrore del futuro. Quel futuro contro cui proprio i 68ttini e 70ini tutti contestavano e volevano libero da pastoie. Tanti hanno lottato per non fare il lavoro del proprio genitore negli anni 70 riscattando la propria volontà di vivere in questo mondo. Proprio quelli ora limitano le scelte dei figli o le boicottano. Tutti possiamo prendere in mano la nostra vita e viverla. Pochi riescono a vincere le paure date dagli altri alla propria esistenza.

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